Data / Ora
14 Luglio 2025 - 18 Luglio 2025
Categoria
residenza di formazione con la coreografa Paola Bianchi
nell’ambito di I corpi e le voci della danza
Corso di alta formazione per autori della scrittura corporea e delle performing art
progetto formativo promosso da Cronopios, Cantieri Danza, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
con la collaborazione di Codeduomo, Collettivo Cinetico, Nebula APS, Dewey Dell, Nebula, Associazione Culturale Pindoc, Associazione Culturale Zebra, Gaia Clotilde Chernetch
I corpi e le voci della danza è progetto di alta formazione che si concretizza in un percorso formativo gratuito che ha come obiettivo preparare professionalmente figure artistiche che operano nella composizione coreografica e nella creazione di spettacoli in grado di comporre e/o di partecipare con la propria competenza, professionalità e forte identità autoriale, alla creazione di spettacoli di danza. Partendo da un impianto più teorico, necessario per fornire le competenze di base, come la prospettiva storica e il vocabolario del contemporaneo, la conoscenza della struttura del sistema della danza nazionale, gli strumenti base dell’organizzazione e della comunicazione, il progetto formativo arriverà a un nucleo didattico interamente basato sulla pratica e realizzato in sala.
Lo studio della creazione coreografica autoriale si realizzerà soprattutto nella pratica fisica compositiva in percorsi curati e seguiti da autori e autrici professionisti quali Daniele Ninarello, Collettivo Cinetico/Francesca Pennini, Dewey Dell/Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Vito Matera, Demetrio Castellucci, Nicola Galli, Paola Bianchi, Silvia Gribaudi.
Il percorso è iniziato il 15 aprile 2025 e si concluderà a dicembre 2024. Attraverso una call indirizzata a professionisti che operano nel mondo della danza e delle performing arts, residenti o domiciliati in Emilia-Romagna – sono stati selezionati 14 professionisti: Chiara Andreoni, Luwam Aldrovandi Aweke, Elhaz Mari Esposito, Sofia Gattamorta, Sara Gaboardi, Pauline Meta Giacobazzi, Barbara Lanzafame, Sabrina Minichiello, Francesca Pagnini, Jaciara Polese Rocha, Ilaria Linda Principe, Giuditta Re, Alessia Stradiotti, Marta Vergani.
Un ritmo cardiaco non è binario (colpo forte/colpo debole), ma ternario (colpo forte/colpo debole/silenzio). Il nulla deve quindi contare almeno quanto il colpo; e forse anche di più, perché senza il nulla non ci sarebbe colpo. Pierre Sauvanet
Cosa significa essere nella scena? Quali sono i punti in cui le forze interne al corpo si appoggiano, quali le pieghe in cui nasce un movimento? Quale il motore di quel movimento? Vicinanza e lontananza, prossimità e distanza, due punti di vista estremi per abituare il corpo a farsi palcoscenico, per indagare ogni dettaglio. Due punti di vista estremi per sentirsi corpo nello spazio, per imparare a creare lo spazio intorno a sé, per acuire la percezione totale della scena. Vicinanza e lontananza per analizzare le qualità del corpo necessarie alla visione. Solitudine e condivisione dello spazio, consonanze e dissonanze L’estrema solitudine della scena e la condivisione dello spazio dove consonanza e dissonanza si alternano. Un corpo presente in ogni istante, un corpo unico nel suo essere nella scena – questo il nostro obiettivo.
Il percorso di formazione guidato da Paola Bianchi si avvale del metodo di trasmissione della danza ELP che si basa sull’eliminazione del corpo della coreografa come modello da seguire e imitare. Il metodo si appoggia alla trasmissione via audio di archivi di posture generati da immagini incarnate precedentemente da Paola Bianchi. La descrizione delle posture è esclusivamente anatomica e non prevede alcuna “sensazione” aggiuntiva, alcuna indicazione legata alla modalità di incarnazione della postura, alcuna indicazione coreografica: è semplicemente una posizione del corpo. Cosa genera la descrizione verbale di una postura nel corpo di chi la incarna? Come può una postura, statica per definizione, generare una danza? E come può quella danza diventare coreografia? Ci appoggeremo a una serie di posture come a una guida, un alfabeto comune che ci condurrà ad analizzare gli stati del corpo, a relazionarci con lo spazio, con il tempo; quelle posture saranno il “pretesto” per osservare cosa accade al corpo nella scena.
Eliminare il proprio corpo come modello da seguire e imitare significa sottrarsi all’imitazione ridicola del movimento, significa opporsi alla gerarchia di potere, un potere che schiaccia e annienta. Paola Bianchi