SENTIERI: diario aperto tra bosco e corpo – capitolo 3: l’eco dei corpi e delle voci della danza

on 17 Ottobre | in News | by | with No Comments

L’eco dei corpi e delle voci della danza

giugno 2025

Queste parole non sono le mie.
Sono le voci e i corpi del corso di alta formazione che abbiamo tenuto al Teatro Dimora.
Nascono come diario collettivo tenuto via whatsapp giornalmente, come riflessione, moltiplicazione e deposito delle esperienze svolte durante il giorno.
Ciascunə allievə si faceva carico di riportare i fatti in modo oggettivo e le esperienze in modo soggettivo affinché ogni giorno fosse raccontato diversamente. Inoltre era possibile scrivere e condividere altre riflessioni, poesie, domande.
Per tutelare il mistero e per alleggerire la mole di questi diari verranno riportate solo le riflessioni soggettive e alcuni momenti di quotidianità.
Le indicazioni di “spazio” e “tempo” sono sempre relative al momento in cui il diario viene scritto.
Che questa traccia possa farsi sentiero per avventurarsi nel percorso fatto assieme.

Francesca Pennini

Corso di Alta Formazione “I corpi e le voci della danza” edizione 2025.
Partecipanti: Chiara Andreoni, Elhaz, Sofia Gattamorta, Sara Gaboardi, Pauline Meta Giacobazzi, Barbara Lanzafame, Sabrina Minichiello, Francesca Pagnini, Jaciara’Rocha, Ilaria Linda Principe, G., Alessia Stradiotti, Marta Vergani.


lunedì 9 giugno 2025 – GIORNO 1

Tempo: 10/06/2025 ore 20.44
Spazio: panchina esterna del tavolo, fuori dalla cucina della casetta ad Arboreto.
Reporter: Sabrina

L’arrivo:
Sveglia alle ore 6.50, alzata dal letto alle 7.10, colazione, valigia fatta e disfatta 3 volte.
Preparazione della pasta per il pranzo e la cena di lunedì.
Uscita da casa per raggiungere la fermata del bus, Pauline dice che è in ritardo di mezz’ora, torno indietro per fare la pipì, tolgo dalla valigia un pantalone e una canottiera perché ho esagerato con i vestiti.
Riesco di casa e prendo l’autobus per andare in via Carrocci, sul retro della stazione di Bologna, lì incontro Barbara e Ilaria, chiacchieriamo e siamo emozionate per la residenza.
Arriva Pauline con la macchina per caricarci, esce e ci apre il baule per farci mettere dentro le valige, una signora in macchina si ferma accanto a noi e ci urla qualcosa, non capiamo se sia legato al parcheggio spartano di Pauline o alla sua maglietta che dice “Parlare è meglio di morire”.
Partiamo e in macchina chiacchieriamo di tante cose: cambiamento, politica, Palestina, voto, tartarughe, mare.
Arriviamo all’Aboreto alle 13 circa e scegliamo la stanza da 4, appoggiamo le nostre cose e andiamo in cucina a sistemare la spesa che ci siamo portate da casa (ci siamo organizzate che ognuna portava qualcosa).
Poco dopo di noi arriva la macchina di Marta che ha portato con sé G e Sara, poi arrivano Chiara con Francesca ed Elhaz, e Alessia.
Jaciara era arrivata per prima ma stava dormendo in camera.
Pranziamo veloce e alle 13.45 andiamo in teatro dove ci scattano le polaroid per le figurine dell’arboreto.
Alle 14.00 ci sediamo in cerchio e conosciamo il collettivo cinetico, si presentano Francesca, Carmine e Angelo, e ci spiegano brevemente il palinsesto della settimana.

—-

Tempo: 9 giugno 2025 ore 23.45
Spazio: letto
Reporter: Barbara

giorno 1:
foglia che esce dal corpo
il tempo è relativo
sono pronta, per dormire

Tempo: 9 giugno 2025 ore 21.12
Spazio: seduta sulla panca fuori dalla cucina con pauline alla mia sinistra ed insetti che sembrano zanzare ma non sono zanzare
Reporter: Chiara

penso:
quanto è bello sentire le cose dette bene e sentite vere
come si fa?
affondiamo nei divanetti rossi


martedì 10 giugno 2025 – GIORNO 2

Tempo: 10 giugno 2025 ore 9.15
Spazio: sentiero tra gli alberi
Reporter: Barbara

Giorno 2:

una pianta senza animale non è
un animale senza pianta non è

prodigio
micro e macro
rispondo agli stessi bisogni
la differenza
è materia e illusione
il segreto è custodito

ore 19.45
esterno del teatro seduta nella panca di legno
dalla voce di Chiara sento:

cercava di uscire dal palco
ma non trovava uscita
è tornata l’ha presa
aveva gli occhi
timer azionato
fine palco
era di spalle
mi teneva
in posa
e poi
è scappato via

Tempo: 10.06.2025 Ore 11.11pm
Spazio: dal divano-letto del mio van
Reporter: Alessia

Impressione sull’esercizio di oggi ‘funamboli’:

Dico di sì, cammino col cuore al guinzaglio che striscia per terra.
Mi sfugge, rotola e poi si ferma in bilico sul ciglio dell’ occhio del mondo.
Il tuo soffio lo butta giù dall’ emisfero sinistro.
E nuoto nel ventre
E urlo la vita.
Vedo nero
E tu, dove sei?

Aggiungo una nota scritta ieri (10.06.24), dopo la performance del mattino:
ora incerta, sotto al tiglio

Troppo denso, troppo intenso
Cerco respiro nei tuoi occhi
Vorrei solo lanciarmi senza esitare
Posso?
Chiedo.
Ma perché ti chiedo?
Se tu sei qui
E io sono qui
Non basta questo
Per toccarci fino in fondo
E respirare
Fuochi vicini
Attimi sottili
Di respiri incandescenti
Chi vedi dietro ai miei occhi?
Cosa sussurrano i tuoi?

Pauline


mercoledì 11 giugno – GIORNO 3

Tempo: Mercoledì 11 Giugno. 19:48.
Spazio: Panca fuori dalla casetta
Reporter: Sofia

Il teatro ha aperto alle 9:15, gradualmente siamo arrivate tutte, le prime a posizionarsi sui tappetini fuori dal teatro sotto al portico sono state Marta e G, e poi mi sono posizionata io (Sofia) ed è iniziata la meditazione, mi stavano beccando tante zanzare, e sentivo le persone aggiungersi piano piano, Francesca ha iniziato a guidare la meditazione, quando abbiamo aperto gli occhi ci ha detto di guardare la vita delle piante e captarla, poi ci ha detto di alzarci lentamente e di raccogliere le nostre cose con questo ritmo molto lento, per poi riprendere il ritmo normale e ritrovarci in 3 minuti in posizione sul palco distribuite.

Sara: Sigafigaflash, si doveva fare 3 trecce in 1 minuto, sfida fallita
Marta: Tapperware, doveva fare 22 addominali in braccio a Ilaria, sfida vinta
Pauline: Doubleciao, fare il giro del teatro rotolando, sfida superata
Sofia: La Poppi felpata, si è sbagliata a dire 40 candele, voleva dire 30, ne ha fatte 33, sfida superata ma si è fregata da sola quindi no
Francesca: Francamente, dire lo scioglilingua dell’arcivescovo di Costantinopoli in verticale sulla testa, sfida superata
G:Delusional Piombo , chiudere in un minuto preciso le mani sulla testa, sfida non superata di poco
Chiara: Karinaflex2,fare una pila di almeno 10 oggetti alta un tot, sfida non superata, la pila e caduta
Ilaria: Ierba Eldorado, 50 volte orologio, sfida superata
Barbara: Lula, lavarsi piedi e ascelle e mettere il deodorante nel bagno e tornare sul palco, sfida superata
Alessia: Karma queen, figura del corvo e mangiare una albicocca, sfida non superata
Jaciara: Scintilla, fare ridere una persona (Ilaria), sfida non riuscita
Elhaz: Sassymichuenby, tenere una nota per un minuto, sfida non superata
Sabri: Ladynokia3310, correre in casetta, prendere il suo spazzolino e portarlo in teatro, sfida non superata di pochissimo

Hanno vinto tutto Pauline e Ilaria (primo posto), Barbara (terza), Marta e Francesca (seconde)

Pranzo con pasta al pomodoro e pasta al pesto con pomodorini
Tornate in location sotto al portico con i tavoli da picnic in una bellissima posizione da wrestling, è suonato il campanello, foto ad occhi chiusi, di nuovo gioco Collettivo 4.4, le squadre erano:
Barbara(spettatrice) Alessia, Chiara e Francesca
G, Sara(performers)Marta (coreografa) Ilaria (spettatrice)
Paulina, Elhaz(spettatrici), Jaciara, Sofia, Sabrina(danzautrici)
Sofia, Sabrina, Jaciara sono andate nel magazzino, Jaciara ha subito avuto l’intuizione della torcia su plastica colorate semitrasparenti, che sono diventate la nostra scenografia, avevamo le tessere Veggenza(tema), Barocco e scommessa(sottotemi), maschere colorate e telo rosso (props), tempo free e magazzino come luogo
Ila era la nostra spettatrice in prestito, e ci ha prestato il telefono come una delle torce, e le cuffie che poi abbiamo fatto mettere alla performer fuori che aspettava sulla sedia con della musica barocca appunto nelle orecchie.
Le spettatrici abbiamo deciso che entravano una alla volta e provavano una seduta offrendoci una domanda, abbiamo messo le mascherine colorate ai tubi tutti in piedi ai lati, abbiamo provato 3 mascherine sulla faccia di Jaciara ma abbiamo poi scartato l’idea, io volevo usare un martello o per abbattere un tubo come segno ma niente, o per fare un gesto performativo, ma poi martello scartato, alla fine io (Sofia) sono rimasta tutta nuda seduta su una sedia da un capo del telo rosso steso a terra e dall’altro capo sull’altra sedia c’era la spettatrice, in base alla domanda della spettatrice improvvisavo i movimenti, Sabri le parlava e canticchiava da un tubo e la guidava nell’entrata e nell’uscita per la fruizione, Jaciara dietro ad una grata faceva cadere un tubo che era un segno e invitava la spettatrice se non si alzava nulla (Elhaz ad esempio ha detto “nono io non ci vengo”, se andava lei chiudeva la grata e non la faceva entrare (Pauline voleva), e lei è Sabri ridevano, il mio movimento da piccolo cresceva, e quando spingevo indietro la sedia Sabri diceva che era finita la performance e le faceva uscire.
Elhaz ha detto che da seduta sembravo un ermafrodito, e avrebbe preferito se non mi alzavo in piedi.
Elhaz ha detto che mentre aveva le cuffie è partita una canzone di spiriti e sentiva Jaciara e sabri ridere e c’era una congruenza di suoni.
Pauline era rilassata dalla musica.
Ilaria ha detto che siamo state tra noi molto collaborative e l’abbiamo coinvolta come spettatrice e ci ha dato dei consigli.
Poi Ila ha raccontato la performance di Marta, G e Sara
Marta va a prendere Ilaria
“Ci sono 3 punti di vista che cambiano”: spioncino, porta socchiusa, porta aperta sulle docce
Pubblicità di saponi intimi, mani con uovo, faccia con sorriso e le performer alternano il sorriso.
Performer con tute da meccanico
Sara scopre la spalla a G e le spacca un uovo sopra
Entrate nelle docce, G sorride all’uovo e alza la testa sorridendo, Sara verso il muro danza in modo malinconico
Tutte e due in una doccia, hanno dato l’uovo a Ilaria, Sara Spoglia G, le fa una doccia raffazzonata, hanno ripreso l’uovo, spioncino, si scambiano l’uovo, si ricambiano nelle doccia, Sara lecca e mangia l’uovo e vomita un pò
Spioncino, si passano l’uovo, Sara si spoglia, si passano là poltiglia dell’uovo, luce spenta con “Senza fine” di Gino Paoli
Le altre non ci hanno raccontato la loro performance perché durava 60 minuti e noi abbiamo iniziato prima il resoconto, poi ci hanno dato le consegne per il giorno dopo, e tutti a casa a fare la cena.

Tempo: 11/06/25 ore 16:54
Spazio: sedut* sul palcoscenico
Reporter: Elhaz

Racconto di un sogno fatto la notte fra il primo e il secondo giorno di residenza.
Ho sognato le mie gambe essere rami, ed aggrapparsi (attorcigliarsi) a una scala. Le mie gambe erano tanto forti da rimanere stabili, il mio corpo in pendenza rimaneva forte, nonostante sotto di me il canyon chiamava la mia caduta

Tempo: 11.06.25 ore 18:35
Spazio: Via Roma, camminando verso il teatro.
Reporter: Francesca

Colgo una sola frase di un capannello di anzianə:
“Eh, un minuto. In un minuto non fai neanche a tempo a metterti a sedere.”

Immagino le loro scommesse.

Tempo: 11 giugno 2025 ore 9.05
Spazio: Sentiero 049
Reporter: Barbara

Giorno 3:
Luna piena in Sagittario
ho la sensazione che qualcosa stia accadendo
sono nella traiettoria della vespa
sinché non emerge la verità, tutto tace
se si rivela, diventa apocalisse
ma nel bosco
ogni presenza trova assenza

Bagno-doccia del teatro
ore 17.31
processo di osservazione alla performance Senza Fine:
Alle ore 17 è stata presa in considerazione la fragilità dell’uovo
Alle ore 17.30 è stato deciso che lo stato di fragilità dell’uovo sarà compromesso

pensieri liberi su performance C’è sempre tempo:
un potere non è necessario
senza odio o amore
oscillo tra
un’immagine ci unisce
un’azione ci identifica
un ruolo ci interroga
forse
raccogli la luce
riportarla tra le mani
fammi vedere
il suo corpo morto
oggi è la cosa più interessante
che abbia visto
il suo corpo morto
mentre mi guardi

Santa offri
il potere di deludere
per fare rinascere

Tempo: 11.06.25 ore 10.54
Spazio: camerino
Reporter: Pauline

Questo tempo preciso mi ha fatto innamorare di ogni singolo gesto, movimento, azione.

Tempo: 11.06.25 ore 11.30 pm
stiamo guardando la luna (delle fragole) luminosissima
Reporter: Marta

chiedo ad Alessia di darmi una parola per oggi :
<< ho fatto un pensiero riguardo all’essere attraversato >>
e mi dà un bacino sulla guancia destra

bevo del succo con Elhaz

mi dice che l’ha colpit la quantità di cose che ci siamo dettə e il potere della collettività

-la conversazione è preceduta da un gioco di carte “io sono te”

Alessia e Elhaz mi donano la chiave di lettura per la giornata che ancora non avevo trovato. Rumore e brusio, silenzio e pace si sono costantemente alternati nello scorrere del mio tempo sole.
La collettività gruppo mi attraversava con il suo rumore e brusio scontrandosi con la necessità di silenzio e spazio che la mia persona chiedeva, per poi adattarsi, accogliere, abbracciare e aspettare. Trovare il silenzio in loro.

Ci chiediamo come siamo mortə nella nostra vita passata.
Raccontiamo le nostre esercitazioni performative.
Ci passiamo la macedonia in segno di azione collettiva e di cura.

Stamattina la meditazione non mi è stata amica, stasera la meditazione mi tende la manina.

Tempo: 11 giugno 2025 11.55pm
Spazio: Dal van
Reporter: Alessia

Collettivo Cinetico mi ricorda quanto è bello Giocare. Tra il divertimento e l’innocenza del bimbo e la strategia di chi prova a conoscere i misteri della vita, per poi apprendere a camminare a testa in giù.
Giochi o non giochi?
E quando dici di sì sei dentro e in quel dentro c’è il tutto e quel tutto è la vita.

Tempo: 11 giugno 2025 00:02
Spazio: Dal mio letto, in stanza con G e Poppi che dormono
Reporter: Sara

Abbiamo fatto un gioco,
Pesco 2 volte e due volte mi escono domande da fare agli altri su di me.
“Cosa vedete di voi stessi in me?”
Tutti i presenti mi rispondono:
Visionaria
Malinconia
Vuoto
Cura
Gentilezza
Pazzia
Tenerezza
Desiderio di non sentire così tanto
Determinazione

Pensavo prima in doccia, quanto sono fortunata ad avere così tanta diversità intorno a me.
Mangio con gli occhi ogni dettaglio, fotografo nei miei muscoli ogni sensazione,
registro con la pelle ogni emozione.
Quanto siamo diversi
Quanto siamo però accomunati.
Quanti fili rossi posso avere?

20 minuti di prime volte “senza fine”
Oggi sono andata in scena come performer per uno spettatore.
Oggi sono andata in scena in una doccia.
Oggi in scena ho lavato una persona nuda.
Oggi in scena ho leccato un uovo crudo.
Oggi in scena performavo con un 100 piedi.
Oggi in scena ho spogliato una persona completamente.
Oggi in scena mi sono spogliata completamente.
Oggi in scena ero in scena.
Oggi in scena ero loro.
Oggi in scena ero bambina.


giovedì 12 giugno – GIORNO 4

Tempo: 12/06/2025 ore 23.51
Spazio: Scale della casetta
Reporter: Ilaria: rea

Oggi abbiamo iniziato la giornata facendo colazione (almeno io). mi sono svegliata presto, ho fatto colazione insieme a Babi, Jaci e Sofi con cui sono poi andata a fare una passeggiata a mondaino. Passeggiando per il paese abbiamo incontrato Francesca,Angelo e Carmine che uscivano dal portone del centro giovani.
Una volta tornate ci siamo preparate per andare a fare meditazione in teatro.
alle 9.20 stavo scendendo il vialetto per andare a fare mediatazione. Dopo un po’ Francesca ha iniziato a guidare la meditazione , chiedendoci di fare attenzione agli odori e di aprire il senso dell’olfatto per poi passare a visualizzare sul nostro corpo un’area fiorita. Lo step successivo era immaginarsi fiori per poi aprire gli occhi e vedere i fiori dell* nostr* compagn* e vedere il campo fiorito da noi formato.
Una volta aperti gli occhi e sgranchito il corpo ci siamo spostate in teatro e abbiamo fatto un esercizio per risvegliare i vari strati del corpo , partendo dalla pelle, sentendola sul pavimento, fino ad arrivare alle ossa e alla variazione di peso che non doveva essere faticosa a livello muscolare ma organica, in oscillazione continua (per me è stato difficilisssssssimo). Poi abbiamo chiuso gli occhi e ci abbiamo iniziato a cercati per prenderci le mani e formare un cerchio, tutto ad occhi chiusi. Abbiamo creato un bellissimo cerchio. (…)
Dopo pranzo abbiamo giocato l’ultima partita di cinetico 4.4 (io ero con jaciara, chiara e pauline). Dopo le partite e finite tutte le performance dove sono successe varie cose tra inseguimenti e spostamenti di furgone ci sono state date le consegne per il giorno dopo:
-il silenzio tra di noi comincerà da domattina appena sveglie ( quindi dal momento in cui vai a letto) facendo attenzione a cercare di ricordare i sogni della notte. E poi abbiamo scoperto di avere tutt* la randomness, e che domani scopriremo i nostri inneschi (per cui vorrà). Poi un oretta di preparativi per fare apericena nella piazza di mondaino dove abbiamo bevuto, mangiato e guardato la luna delle fragole tutt* assieme.

Tempo· 12/06/2025 ore 18:05
Spazio: salita
Reporter: Sofia

Mentre facevamo la performance sulla salita (Sara performer e creatrice, spettatrici Marta Sabri e Alessia) è arrivato un furgoncino che doveva scendere, Angelo è venuto, ha spostato il furgone ma la performance ha continuato ad andare, il furgone è stato messo giù e poi riportato su, ma la performance è rimasta performance, è stato magico, l’imprevedibilità crea cose speciali
Angelo è riuscito a vedere e partecipare ad un pezzo di performance, il caso lo ha fatto partecipare, e lui ne è stato felice.

Tempo: 12.6.25 ore 18:14
Spazio: Via Borgo, diretta verso il teatro.
Reporter: Francesca

Trovo questo biglietto della fortuna.
Lo lascio lì, perché possa parlare ancora ad altri corpi.
Perché forse parla dei nostri corpi di ossa che si smontano e rimontano nell’inerzia di questa mattina.
E di tutte le cadute che verranno tra coreografia e vita.

Tempo: 12.06 ore 23.40
Spazio: Esterno casetta
Reporter: Barbara

quanto si fa
per se stessi
è il disegno che si fa del mondo

Tempo: 12.06 Ore 10.55
Spazio: sotto al portico
Reporter: Pauline

Mentre meditavo si sono sciolte delle lacrime, una lacrima è scivolata lungo la guancia al mento al collo fino al petto, dove si è dissolta. quando ho riaperto gli occhi le lacrime avevano unito le ciglia che sembravano dei petali di fiore in linea con le parole di Francesca

Ore 00.43, sedia vicino alle camere da letto

Dopo l’aperitivo alcun* di noi sono tornat* a casa dal bosco, cantando e tenendoci per mano, eravamo circondat* dalle lucciole, abbiamo chiesto il permesso al bosco di attraversarlo. Per me avrebbe potuto durare ore quella passeggiata!

Tempo: 12.06 Ore 22.44
Spazio: Bar a Mondaino con tutti
Reporter: Sara

Guardo Babi ascoltare distrattamente attenta, attraverso la mano gesticolante di Francesca.
Gioca con una ciocca di capelli RICCI.
Penso che è molto bella.
Scrive poesie allora gliene scrivo una.

Ogni riccio un capriccio
Capricc
Io
Io
Chi sono io senza l’altro
In fin dei conti sarei il niente
Te
Io e te
Tu e me
Aggrovigliata
Appesa
Cammina decisa
In bilico
Appesa ad un capello
Salda
Mi lancio da questa liana
Atterro
Non mi serve la posta d’atterraggio

00.47
Divano della casetta

Sono pervasa di energia cinetica.
Non riesco a fermare i pensieri, gli stimoli, le sensazioni, le emozioni.
Questa mattina io e la meditazione abbiamo combattuto in silenzio.
Mi è bastato uno sguardo e un compagno mi ha accolta e ospitata in fianco a lui sul suo tappetino, vicino al muro, mi sono sentita accolta e protetta da lui, dalla terra e dalle spalle del teatro.
Ho combattuto anche con le “candele” che mi scendevano dal naso, costantemente. Quel solletico, bruciore e fastidio snervante in contrasto con quel prato fiorito che vedevo e sentivo intorno a me.

Il cerchio, ho riconosciuto tutte le mani incontrate e tese in cerca di incontri.

Avevo caldo e mi sono tolta la maglietta durante lo yoga, nessuno mi guardava male per questo, e nemmeno io l’ho fatto.

“Siamo nella stessa lacrima, come un sole e una stella, luce che cade dagli occhi, sui tramonti della mia terra.”

Sono in scena insieme a voi, la mia mano si muove, danza, segna il foglio come voi segnate il palco, l’aria e il tempo.
I vostri corpi sono così grandi che non mi basta un A3.

Da bambina alle mie feste di compleanno obbligavo tutti ad inventare una scenetta da mostrare ai genitori quando sarebbero arrivati a prendere i rispettivi fogli. Questa consisteva nell’aprire la “scatola degli stracci” di mia mamma e creare dei vestiti il più strani possibile.
Spoiler: ho 5 amici, mi ricordo più le scenette che i soffi sulle candeline ma direi che col senno di poi va benissimo così.

Tutti i migliori sono matti, diceva…

Il sole è una cazzo di palla di fuoco
La luna è una cazzo di palla di fragole

Ho vinto,
Sono ariete dicono.
Si scherza ma
in fin dei conti crederci funziona davvero forse?
È bello sapere che qualcuno sorride di te,
Per te.
È bello sapere che qualcuno sorride grazie a te,
Con te.

Non ringrazio mai abbastanza.

Tempo: 12.06 Ore 1.05
Spazio: dal letto sopra a Babi
Reporter: Sabrina

Non riesco ad addormentarmi.
Povera babi che sente il mio rigirarmi inquieto.
Penso che sono grata d’avere momenti lenti in cui apprezzare la luna di Fragole che si sostituisce nel cielo alla palla infuocata del sole al tramonto.

Fra 18 anni dirò che l’ultima luna di Fragole l’ho vista con voi.

Tempo: 12.06
Reporter: Franca

11’20, scale della platea dentro il teatro.
Esercizio dell’ape regina.

Un’altro senso in meno.
Ho il terrore.
Ma mi è stato detto che è tutto ok.
Posso scegliere.
È ansiogeno.
Ma perché?
Io lo so perché, certo, ma qui non mi fa del male nessuno.
Non mi distingue nessuno.
Non si allontana nessuno.
È tutto così calmo che neanche una spina mi farebbe male.
Canto parole per invocarti,
Piango parole per sussurrarti che ho bisogno di te.
E tu mi sorridi, perché sai che per me resti eterna.
Chissà cosa c’è,
E chi c’è,
Ma noi abbiamo il dono dell’immaginazione.

01’43 13/06
Camera da letto
La complicità nella semplicità.
Vorrei prendere la chitarra e potervi dedicare ad ognuna una canzone.
Con occhi sereni.

Ore 01’14, letto a castello sopra Marta.
Stamattina mi sono svegliata che stavo male.
Mi sono arrivate le mestruazioni,
mi chiedo sempre perché mi arriva sempre nei momenti meno opportuni, poi mi chiedo, ma qual’e il momento giusto per averlo?
Vabbè,
prendo gli integratori, sicuramente mi aiuteranno ad affrontare la giornata.
E invece no.
Durante la meditazione, inizio a sentire un bruciore interno, il fegato mi stava dicendo che il mio corpo stava male e doveva sfogarsi esternando in quale modo.
Non sapevo come fare.
Sono una persona molto ansiosa, e non riesco a stare ferma.
Mi agito, tremo, sudo.
Il mio cuore inizia a battere più forte.
Il mio bruciore inizia ad essere sempre più intenso, fino a salirmi alla gola.
“Non riesco” penso.
“Adesso mi alzo, interrompo tutto e corro in bagno” ripenso.
Nel mentre il bruciore inizia ad espandersi nella mia gamba destra e nelle braccia.
“Non so cosa fare” penso.
Lunedì me ne sarei andata. Ma mi sono fatta una promessa, riuscire nel mio piccolo a controllare la mia ansia, partendo dalla cosa più difficile per me, la meditazione.
Resto ferma, immobile. Penso “adesso non pensare, non succede niente, è solo nella tua testa”.
Ad un certo punto lo sento.
Sta svanendo.
Il bruciore si è arreso, e ha smesso di combattere contro la mia ansia.
Ho riaperto gli occhi al via di Francesca, e sono tornata ad essere io.
Grata per il mio corpo.
Stamattina mi sono svegliata che stavo male.
Stasera finisco la giornata con il cuore sereno.


venerdì 13 giungo 2025 – GIORNO 5

Tempo: 13.06.25
Reporter: G

Stamattina al risveglio vigeva già la regola dell’assoluto silenzio (sia di parola che di gesti).
Sces* in teatro abbiamo trovato la scatola con i bigliettini della randomness e abbiamo cominciato la meditazione rivolt* al bosco, alcunə sedutə sui cuscini, altrə sulle sedie, liberamente. Dopo un tempo, Francesca ha guidato la meditazione (tutte le cellule come bacini d’acqua) e lo scioglimento, invitandoci a prendere un tempo di contemplazione del bosco e a mantenere una lentezza fino al rientro in Teatro. Ancora regnava l’assoluto silenzio.

Il Collettivo ci ha spiegato che alle 13.25 ci saremmo immobilizzat* in un punto del bosco e di scattare una foto una volta che avessimo sciolto la posizione per poi andare a pranzo. Alessia ha tenuto la posizione circa 50 minuti.

Pomeriggio
Ultima performance, ci spiegano come parte la gara dell’immobilità, senza dare un inizio preciso, arriverà in un momento x.
Verrà suonato il gong e una canzone scelta dal gruppo su 4 brani. (Scelta la canzone di Gigi Dag).
Ad esercizio inoltrato viene suonato il gong e comincia la canzone Gigi Dag che segna l’inizio della performance dell’immobilità. Piano piano le persone cominciano a lasciare la scena (seguendo per bene le istruzioni) finché rimane il trio Sara, Jaci e Sabri. Le tre figure formano un triangolo sul palco. Jaci in posizione di preghiera, Sabri di fronte a lei la guerriera con i pugni sui fianchi, Sara di spalle al pubblico in torsione. Sara è l’ultima performer che rimane sul palco, mantenendo la posizione per quasi un’ora.
Il gruppo è visibilmente emozionato e scosso, c’è silenzio.
Sabri va in randomness nel corridoio del teatro e viene trasportata in braccio fino ad essere distesa sul tavolo all’esterno, al centro dove ci si scambiano i feedback di cosa si è pensato e provato, gli ultimi aneddoti, le ultime suonate di campanello, le ultime danze e i saluti.

G.

Tempo: 13/06 ore 14, pausa pranzo
Spazio: gradinata dentro il teatro.
Reporter: Franca

Dice il mio nome,
Non lo sento subito,
Poi mi accorgo,
Cado,
Precipito,
Petali sul mio corpo che si sono trasformati in pelle.
Ho tenuto un controllo che spesso fatico.
Immobile, tra svariati cuscini, fuori e mandorle e carezze.
Mi sento un fiore,
Annaffiata da acqua e amore.
La cura altrui per il mio corpo.
Sento un bruciore tra le mie scapole, voglio muovermi, ma resisto.
Immobile.
Ancora tanto bruciore tra momenti di distrazione nella mia mente.
Mi sveglia.
In teatro, avvolta da petali e dall’acqua ormai asciutta.
Non so cosa dire.
Non so cosa pensare.
So solo che non so.
Mi sento altrove.
Come se fossi resuscitata e nessuno mi vedesse.
Osservo tutti che sono in una posizione immobile, mente io mi sono sciolta.
Si è ribaltato tutto.
Loro adesso sono me.
Io sono loro.

🕛23’48
📍letto a castello sopra Marta senza Marta

Penso al silenzio di stamattina.
Mi vergogno un po’ a dirlo, ma penso anche che sia un percorso che serve anche per una crescita personale.
E quindi, continuo.
Tutti in silenzio, tutti con lo sguardo verso il basso.
Due sentimenti mi contraddistinguono.
Per una volta, ho avuto un momento di sollievo pensando che non avrei avuto quella sensazione di disagio nel non capire cosa una persona stesse dicendo.
Sollievo.
Anche se è lecito chiedere di ripetere ciò che dice una persona.
Ma ogni persona ha il suo modo, giustamente.
Non siamo tutti uguali e consapevoli.
Sollievo che si trasforma in sensazione negativa.
In mezzo a molt* person*, sguardi abbassati, silenziosi, con il tempo che scorre.
Una sensazione, che conosco molto bene.
Respiro affannoso.
Lo conosco già.
Molto bene.

🕛 00’04
📍letto a castello sopra Marta, con Marta.

Sentivo chi stava male oggi.
Sentivo il mio cuore che si stringeva.
Volevo abbracciare.
Ma lasciavo il suo spazio.

Non riuscivo più, la mia schiena bruciava, ogni mia cellula si stava sgretolando, sentivo tutto.
Osservo chi ho vicino,
Osservo chi ho lontano mentre mi tolgo la mia maschera, volevo piangere.
La mia salvietta ha tolto la maschera.
Sono pronta.

Ho pianto vedendo immagini.
Jaciara che prega per una società migliore.
Sabrina che non si piega davanti a niente.
Sara, con il suo tremolio interno, la sentivo.
Il suo corpo nel mio, non vedevo i suoi occhi, ma il mio cuore si.
Sapevo che avrebbe mantenuto la promessa al suo corpo.
Ha vinto, perché è Ariete, e ho imparato questa settimana che loro non mollano anche se cadono mille volte.
Anche se non avevo bisogno di sapere che l’ariete è così.
Già lo sapevo.
È un gioco di corpi.
Di sensi.
Di sensibilità.
Si conclude.
Ma resta una scia di emozioni infinite.
Resta il ricordo.
Con il cuore e la mente più ricca.

Tempo: 13.06 Ore 8.40
Tavolo fuori dalla cucina a colazione

Prendo il pacchetto di biscotti dalla dispensa, lo porto fuori, lo apro, era vuoto.
Marta prende il vasetto di nocciolata, lo apre, era semi vuoto.
Uso la marmellata, cambio coltello perché sotto c’è il burro d’arachidi, se no Sabri non può mangiarla più.
Con le parole non si sarebbe capito più un cazzo.

Tempo: 13.06.25 Ore 9.17
Spazio: Appoggiata alla metà della staccionata del vialetto che porta al teatro.
Reporter: Ilaria

Mi guardo intorno ed è tutto bellissimo.

Tempo: 13/06/2025 22:13
Spazio: divano di mia nonna a Casalbono
Reporter: Sofia

È incredibile come un corpo fermo possa fare più rumore e generare più movimento di un corpo in movimento fisico certe volte, provare e vedere l’estremo sforzo, il corpo che si mette alla prova fino a cedere, spogliarsi nella sua fragilità, e disarmante, quando Sara è uscita, dopo il suo estremo sforzo, e il palco è rimasto vuoto, ma ancora pieno della nostra presenza, sono scoppiata in un pianto incontenibile, è successo qualcosa di incredibile oggi, e più ci penso e più mi sento grata di condividere questa esperienza con persone così meravigliose e diverse fra loro, poter vivere dei luoghi così preziosi e speciali, in cui il tempo si ferma, e c’è un’immersione completa che ci permette di fare quello che amiamo per tutto il tempo, è un privilegio gigantesco

Penso anche a ieri sera, scendere per il bosco di notte cantando tutte insieme e facendoci forza, ammirando le lucciole, che illuminavano il bosco, mi ha riempito il cuore

13/06/2025, 22:19, sempre divano di mia nonna

Tante coincidenze sono avvenute questa settimana, e non penso siano solo coincidenze, credo nel destino, e credo parli sempre tanto

Cosa ho provato nell’immobilità? Pensieri vanno e vengono, mi concentro su un pensiero ossessivo, poi sento che il mio corpo sta tremando, poi si placa, poi sento che sta diventando più caldo, mi concentro su di lui, poi sento la mia aura espandersi, quasi trascendo il corpo per un attimo, mi sentivo una statua, ricomincio a tremare, ad un certo punto il mio mignolo mi ha tirata e i miei occhi si sono aperti.

Tempo: Giorno 5 Tra le ore 8.30 e le 22
Spazio: Inizia nel sentiero fronte teatro finisce in cucina a Bologna
Reporter: Barbara

Alla fine
le parole non servono a niente
servono all’inizio
nel mentre e a 3/4
ma alla fine
l’esperienza vive
è
non ha bisogno di dire niente

Tempo: ore 8.08
Spazio: nel letto a castello
Reporter: Chiara

parte il silenzio e le cadute nel vuoto.
ho paura di dimenticare, ho paura di lasciare questa sensazione di presenza che sta là dentro la pancia.
grazie a dio ho dei testimoni con me
grazie a dio non sono sola
se casco oggi qualcuna mi risolleverà
chissà quando, chissà dove

ore 22.27 arrivata sul divano di camera mentre aspetto il falafel

ho aperto gli occhi e ho abbondato la posizione
mi sono sentita perdente, potevo tenere di più
dentro di me pensavo “ancora un’altra canzone” ma poi ho ceduto anche alla curiosità di sapere chi rimaneva e chi era andato via

mi siedo e non mi sento più perdente
ci sono loro e loro stanno vincendo anche per me

sento la schiena di Sara che parla anche per me
sento le mani a preghiera di Jasi che pregano anche per me
sento Sabry che combatte anche per me

Sara ha vinto ma ha vinto anche per noi

Tempo: ultima giornata: venerdì 13 giugno 2025 Ore: 11.10pm
Spazio: inizio a comporre questo messaggio nel mio van
Reporter: Alessia

Silenzio.
Meditiamo.
La rosa che ho davanti ha la faccia di un elefante. Poi penso ai fiori con le facce nel cartone ‘Alice nel paese delle meraviglie’.
Le formiche vanno più veloci del mio dito indice che si allunga per toccare il cielo.
Mi sento grata e felice, perché riesco ancora a ridere.
Considero allo stesso modo sofferenza e gioia e in questa danza del Tao a volte mi perdo.

Immobilità, in mobilis, senza mobilità e allora cosa rimane?
Vita.

Siamo io e l’ albero.
Sono io e l’ albero.
Sono io albero.
Sono albero.
Sono.
E in questa sottrazione aggiungo vita.

Pensiero intrusivo: biscia nera nel bosco.
Dai reni sale una scossa di paura sudata che mi tocca le mani.
Sto.

Il suono del campanile scandisce il tempo.
“Rimango ancora fino al prossimo dong”.
“Rimango ancora fino al prossimo dong”.
“Rimango ancora fino al prossimo dong”.
“Rimango ancora fino al prossimo dong”.
Sono le 14.20.

La famiglia accoglie il ritorno della figlia dalla guerra. Piango il non detto.

“Caffè?”
Morta.
“No povera Alessia, risvegliamola!”
“Amo, ritorna tra noi!”
“No, mettiamola in una posizione più comoda!”
“Ma io le ho riscaldato il sugo!”
“Se sta ferma un altro po’ schiatta!”
“Io la sveglio”.

Cinque, quattro, tre, due, uno.
La loro danza mi bussa agli occhi, decido di farla entrare.

Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno.
Mi parte un dito, una gamba, una mano, il bacino.
E poi arriva lui: Gigi D’ Ag.

Immobilità, in mobilis, senza mobilità e allora cosa rimane?
Vita.

Siamo io e la musica.
Sono io e la musica.
Sono io musica.
Sono musica.


sabato 14 giugno 2025 – GIORNO 5 +1

Tempo: 14.06 Ore 8.23
Spazio: dal mio letto nella casa in cui vivo a Bologna accanto al mio partner che dorme.
Reporter: Sabrina

Non so per quale motivo ma prima di scrivere di ieri ho voluto aspettare di essere sola o almeno l’unica sveglia. Certe cose se non le vivi non le puoi capire. Sento che ho dei segreti che voglio rimangano segreti.

Report 13/06/2025

Ero terrorizzata, non l’ho detto perché non lo dico mai ma abbandonarmi con fiducia all’altro è qualcosa di impensabile per me. Il silenzio della mattina mi ha costretta a tacere questa paura lasciandomi con il desiderio di urlarla. Così ho lasciato urlare il mio corpo tutta la giornata.
Insieme a Marta sul palco e con tutti i vostri visi attorno, insieme agli alberi nel bosco che erano diventati parte di me e io di loro.

Pomeriggio
Sento già nell’aria un’elettricità diversa. Forse perchè è l’ultima volta.
Ci prepariamo per affrontare l’apocalisse che sta arrivando.
Non sono sola, lə guerrierə intorno a me combattono con me, per me, attraverso di me.
L’ultima danza è di una bellezza disarmante, lascio che i miei occhi piangano d’amore vedendo le stagioni attraversare i corpi dellə mie compagnə che fioriscono in attesa dell’inverno.
Ho paura.
Arriva il gong e l’apocalisse cala il suo velo su di noi.
Penso che sono fortunata per la posizione che mi è capitata.
Penso che questo pensiero mi accompagna nel privilegio della vita che mi è capitata.
Aspetto una canzone, un’altra e un’altra ancora.
Il mio corpo urla, i piedi radicati a terra bruciano. Respiri profondi, non li sento più, ma va tutto bene, sento il resto del corpo che è presente e sento tanti corpi che sono lì a sostenermi a combattere per me, con me, attraverso di me.
È un combattimento di resa. Immagino di muovere le dita ma non lo faccio, immagino di togliermi una mosca dal collo ma non lo faccio. Il solo immaginare muove il mio corpo nello strato più profondo ed interno.

Comincio a fluttuare attorno al mio corpo che mi tiene stretta in quei pugni, chiusi da così tanto tempo che penso di non riuscire ad aprirli mai più. Come uno strano palloncino ad elio legato ad un filo.
Sento le statue delle mie compagne vive intorno a me. Non sono sola. Non lo sono mai stata.

Un’altra canzone, ancora un’altra canzone.

Mi sento forte, nella vita combatto sempre, ma questa guerra è diversa mi devo arrendere. Mi devo arrendere alle mie sensazioni, alla fiducia che ho in me. Forse è che ho poca fiducia in me per certe cose.

Una canzone, un’altra canzone.

Non posso mollare, ci sono persone in posizioni sicuramente più dure della mia, non posso mollare. La mia sofferenza può aspettare. Può sempre aspettare.

Dietro alle palpebre si alternano immagini e colori e mi aggrappo alla musica come unica possibilità di salvezza.

Un’altra canzone, ancora un’altra canzone.
Sento che il filo del palloncino che mi collega al corpo si sta tendendo troppo, quasi si spezza, sento che rischio di non poter tornare mai più indietro.
Ripercorro il fragile filo e ritorno nel corpo, che trovo come una casa che ha resistito ad un bombardamento. Grazie che sei ancora qui. Tremo fortissimo. Respiro profondamente per mandare ossigeno alle estremità ma non basta più.
Ho resistito tanto. Sono stata brava. Ora torno dalla guerra, ho una famiglia che mi aspetta.

Apro gli occhi pianissimo e vedo che siamo rimaste in tre. Subito si appannano di lacrime di gratitudine, sollievo e amore, per gli altri e per me.
Il corpo è come corteccia rigidissima, non lo riesco a muovere, le dita non si aprono più.
Piano piano riesco a voltarmi e vedo i visi dellə guerrierə che hanno combattuto prima di me questa guerra di resa e piango perchè sono bellissimə e le ho sentite nelle mie radici tutto il tempo.
Tolgo la maschera e torno alla vita, ma effettivamente l’apocalisse un po’ il mondo lo ha cambiato.

Tempo: 13.06 Ore 9.54
Spazio: Sono sul divano di casa mia (il più scomodo mai stato progettato) a Bologna
Reporter: Ilaria

Vi penso e le lacrime mi raggiungono un’altra volta gli occhi, smetterò mai di commuovermi con voi?

Vi vedo in cucina dalla finestra
suona il posacenere
silenzio.

Vi vedo in teatro contro la luce del bosco
E siete voi
Ho tremato con voi
Sono stata con voi
E sono ancora con voi
Ho sentito l’immobilità che non mi è mai appartenuta non appartenermi mai, li ho sentiti i nostri piccoli movimenti, le vibrazioni dei nostri corpi insieme in un unica esperienza, il freddo pavimento, le vostre scuse non dovute, la bava che si accumulava creando quel lago calmo nella mia bocca adesso reale. Poi il risveglio è improvviso pianto. Sostegno ho ricevuto mai abbandono.

Vi ho vist immobili nel bosco, resistere e resistere e resistere. Restare.

Poi il pranzo e la fine, accoglienza in un silenzioso applauso e il pianto, che potenza.

Sto ricordando dimenticando il tempo, tutto ciò che è successo è un’unica linea che mi attraversa il corpo e ogni esperienza ne è una parte. Siete dentro di me adesso.

Ci siamo sentite, ci siamo accolte e lotteremo insieme.
Non vedo l’ora.

Tempo: 13.06 Ore 10:16
Spazio: scrivo dalla cucina di casa mia a Bologna, mentre faccio delle crepes per me e il mio partner, con gli occhi ancora un po socchiusi e confusi, e la canzone della pratica mattutina del Qi Gong nella testa
Reporter: Elhaz

Immaginando una realtà in cui tutti i miei giorni siano condivisi di lacrime, sorrisi e condivisioni sincere.
Nella mia testa scorre un affetto per una realtà diversa, una speranza. Vedo nei loro occhi frammenti di me, vedo che loro scrutano qualcosa di loro, in me. Mi riconosco.
Il mio movimento corporeo è inevitabilmente cambiato, sento ogni singola cellula.




domenica 15 giugno 2025 – GIORNO 5 + 2

15 giugno
ore 11.37 cucina di Bologna
ripercorrendo appunti:

Pensieri ricorrenti durante le meditazioni:
Reporter: Barbara

Giorno 1: per fare stare ferma me ci vuole un esorcista
Giorno 2: devo assolutamente rubare due cuscini dal teatro e usarli anche a casa
Giorno 3: __________________
Giorno 4: __________________
Giorno 5: la vera rivoluzione non è dover fare ma stare
Stai in quello in cui stai

+ questa mattina durante la meditazione vi ho sentito tutt*
Grazie, siete entrati nel mio silenzio

Tempo: 13.06 Ore 12.16
Spazio: buche di pianoro, sponda destra del fiume.
Reporter: Sabrina

Pensiero per i cinetici

Venerdì dopo l’apocalisse non sono riuscita ad esprimere bene quello che sentivo, era talmente forte che mi ha un po travolta. A distanza di qualche giorno forse riesco ad afferrare i miei pensieri più lucidamente.

Grazie.
Grazie per la cura e l’impegno che ci avete dedicato.
Grazie per la generosità con cui ci avete dato dei pezzettini del vostro mondo.
Grazie per la sensibilità con cui ci avete ascoltat*.
Grazie ad Angelo per la sua presenza gentile.
Grazie a Carmine per l’organizzazione puntuale e la dolcezza dei gesti.
Grazie a Francesca per la sua guida tranquilla ma sicura che mi ha portata in profondità dentro di me, in tutti gli strati del mio corpo e mi ha lasciata piena di fiducia per quello che verrà.
Grazie perché mi avete ispirata ricordandomi che giocare è un mezzo potentissimo per entrare nella complessità fisica, sociale e politica di ciò che ci circonda, e quanto può essere divertente e profondo stare al gioco.
Spero che ci sia presto occasione di rivedersi e lavorare insieme.
Intanto Grazie.
È stato meraviglioso.

Tempo: 13.96 Ore 12:58
Spazio: in cucina con mia cugina a Cesena
Reporter: Sofia

Ieri mi è mancato lo yoga tutti insieme al mattino, ho sentito il bisogno della vostra presenza, di quella pratica quotidiana, per il mio corpo e per la mia mente
Mi avete lasciato un segno dentro, e credo che non riuscirò mai ad abbandonare tutto completamente

Nel pomeriggio ho visto il mio trigger, ma non mi è venuto da andare in Randomless, era come se non fosse il momento giusto, ci ho pensato, ma non sarebbe stata la stessa cosa finirci senza voi attorno, senza percepirvi, ho deciso di interromperla, un pò a malincuore

Credo che inizierò a meditare un pochino ogni giorno, è una cosa che fa stare bene, ed un modo per sentire ancora le vostre energie anche se siamo in luoghi diversi.

Tempo: 13.06 ore 10.10, Ravenna
Spazio:sul materassino gonfiato a bocca di un pavimento sconosciuto
in casa: G, Sara, Franca
Reporter: Marta

qualcuno suona il campanello e il mio corpo si blocca per un istante, mi rendo conto di essermi fermata nell’immobilità del teatro foglia
di non essere pronta all’agilità metropolitana, di non essere pronta a scandire il tempo in modo orizzontale

Ho visto i vostri volti a Pennabilli, sentito le vostri voci
(letteralmente)
ogni persona era immobile ed era voi, ogni albero attraversato ci guardava e non si muoveva
come se tutto stesse giocando, e giocava con noi

ore 10.17 sono ancora immobile nell’immobilità

Tempo: 13.06 Ore 22.
Spazio: Ferrara
Reporter: Jaciara

Questa mattina mi sono svegliata con il mio coinquilino arrivando a casa alle cinque di mattina e la voce di Francesca Pennini nelle mie orecchie dicendo che chi aprisse la porta prima vinceva la gara!
😅🌈✨
Axé


martedì 17 giugno 2025 – GIORNO 5 + 4

21:01
“Se tutto ciò che abbiamo fatto evaporasse, che si trasformi in acqua piovana e che mi bagni… così che evochi qualcosa nel mio corpo che richiami alla memoria.”

Jaciara


venerdì 20 giugno 2025 – GIORNO 5 + 7

Tempo: 20.06 Ore 13:43
Spazio:letto della mia stanza a Bologna.
Reporter: Elhaz

Le cicale che cantano fuori, il ventilatore che scorre sui peli delle mie gambe, una stanchezza che cade sulle mie palpebre. Stamani mi è capitato di raccontare e riflettere su quello che le persone ci dicono e che spesso, può parlare davvero di noi.
Sono già quello che l* altr* vedono in me? In che spiraglio della mia coscienza esistono le mie altre persone interiori, convivono? In che stanze, luoghi, corridoi? Come parlano di sé stesse e con le altre mie parti?
E ricordo, quando una sera nella notte con le stelle che brillavano in cielo, eravamo sedut* tutt* attorno a un tavolo. A condividermi, a condividerci. A vederci nel gioco che non è stato più tale, ma verità. “Io sono te” sono le parole del giocare di quella sera. I vostri occhi mi hanno parlato, riporto e ricordo ciò che mi avete detto, e visto della mia essenza. Le vostre parole sono intessute nella trama della mia memoria, e riportavano quanto segue:
Una pozza blu viscosa con i brillantini argento
Pacifico oceano
Verità
Cavalluccio marino
potere negli occhi
Vedere cosa sta nel mezzo
Sensibilità
Spirito libero
Metamorfosi
Multiforme

Mi destabilizzano, e sento che parlano di me con parole così precise che non so ancora leggerle.
Grazie


domenica 22 giugno 2025 – GIORNO 5 + 9

Tempo: 22.06 ore 09:16
Spazio: Poltrona in camera mia – Milano
Reporter: G
Sto sedimentando.
Torno su questo gruppo per emozionarmi delle vostre parole, grata.
Non so come esprimere la mia incredulità.


venerdì 27 giugno 2025 – GIORNO 5 + 14

Tempo: 27.06 ore 10.24
Spazio: panchina sulla costa della Manica, Veulettes-sur-Mer, GR21
Reporter: Marta

camminando ritorno all’immobilità, sento di non aver ancora chiuso il suo cerchio.
Cammino e penso a ciò che separa il camminare dall’inattività: monogamia e poligamia.
Immobilità come azione monogama, dedizione a una scelta, un’azione con un inizio e una fine. Esperienza pluriforme all’interno della monogamia ma subordinazione alla stasi. Relazione intima di fedeltà al corpo fermo al cui interno si scatenano eventi, pensieri, drammaturgie.
Camminare come azione poligama amplificata e rivolta a più azioni e sequenze, laterali e non: tanti inizi e tante fini. Una collettività di capitoli che compongono l’uniformità dell’azione camminata.
Relazione con il mondo esterno partecipe all’innestarsi di nuove e diverse drammaturgie.

È bello pensare alle azioni corpo come a relazioni intime.


domenica 6 luglio 2025 – GIORNO 5 + 23

Tempo: 6 Luglio, 06:53
Spazio: cucina di mia nonna
Reporter: Sofia

Ricordo il sogni che ho fatto, e ricordo Francesca, ho sognato che venivamo a vedere l’applicazione di un vostro spettacolo su un altro gruppo di formazione, questa volta bambini delle elementari, e c’era Francesca con i capelli più lunghi (spalle) e con la frangia, e anche Angelo è Carmine c’erano, e ci aveva fatto così piacere ritrovarci tutti, c’è stato un grande abbraccio




Riprendo la parola dopo questi spiragli su un percorso che è stato trasformativo anche per noi cinetici, anche per me alla guida.
Ci sono state lacrime bellissime e segni indelebili. Forse saranno state le nostre lunghissime immobilità a impressionarsi nel bosco e nei corpi.
L’ultimo giorno, l’ultima performance, ha avuto davvero la forza di un’apocalisse.
Grazie alle partecipanti per aver condiviso queste parole e per aver giocato, sperimentato e rischiato con generosità, poesia e divertimento.

Ora ci ritroviamo nel mondo.

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Gli uomini sono strade...