PHOENICOPTERIDAE / La verità del fenicottero | Collettivo Inciampo

Data / Ora
05 Settembre 2019 - 12 Settembre 2019



residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Collettivo Inciampo

I° periodo di residenza per il progetto selezionato dalla
Chiamata Pubblica
Di nuovo ERetici | percorso biennale (2019-2020) di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico
Lo stato e le aspettative dei giovani artisti under 30 dell’Emilia-Romagna

Il progetto

Che cos’è un inganno? Memoria alterata, narrazione, incongruenze temporali, sostituzioni, omissioni. La prima favola che ci raccontano prima di andare a dormire narra di superamenti e lieto fine. Ma che cosa succede se, come in Armida e la realtà (da Le ombre Bianche di Ennio Flaiano) alle favole vengono sostituiti i fatti di cronaca?
Nel tentativo di riempire i vuoti con immagini e situazioni ciascuno di noi mente parlando di sé,avvicinandosi sempre di più alla rappresentazione del proprio io. Partendo da questa specie di inclinazione naturale, il meccanismo dell’autofinzione ci spinge a considerare l’inganno come un atto deliberato anche laddove la memoria è ben stabile.
Già Brodskij scriveva: «La vera storia della coscienza comincia con la prima bugia. La mia prima bugia ebbe a che fare con la mia identità. Niente male come inizio». Nel racconto Meno di uno l’autore narra di quando, all’età di sette anni, parlando con l’impiegata di una biblioteca pubblica per la quale doveva compilare un modulo di iscrizione, dichiara di non conoscere la sua nazionalità. È questa la sua prima bugia. O meglio la prima di cui ha ricordo. Ma anche questa potrebbe essere una menzogna. Lo scrittore racconta che, compiuti i quindici anni, abbandona gli studi per andare a lavorare in fabbrica. L’azione che lo muove è un autoinganno: racconta a se stesso, fino a convincersene, che la sua famiglia ha bisogno del suo lavoro, ma anche questo non è vero. «Era quasi una bugia, ma così sembrava meglio, e ormai avevo imparato ad amare le bugie proprio per questa “quasità” che rende più netti i contorni della verità: dopotutto, la verità finisce dove cominciano le bugie».
Talvolta l’inganno può assumere un’accezione positiva, si fa espressione di libertà, desiderio di dominio dell’uomo sul proprio destino; spesso però questo dominio travalica le frontiere del privato per arrivare al pubblico. Non si tratta più di narrarsi in una maniera diversa da quel che si è ma di plasmare la narrazione altrui nel momento in cui questa entra in contatto con le propaggini del nostro inganno.
Oggi più che mai diventa difficile riconoscere il reale dal fittizio, laddove l’inganno si è evoluto ed è diventato anch’esso social: manipolazione dell’informazione, impossibilità di raccontare la realtà, creazione virtuale di se stessi.
Come ci si comporta quando la realtà pare più falsa e fantasiosa di una menzogna? O quando una bugia viene scambiata per realtà e su di essa ci si costruisce la propria immagine, la propria fama o la propria storia? E qual è la posizione del teatro, luogo precipuo dell’inganno, in questa nuova era e
prospettiva?
Attraverso lo studio ponderato di una vasta bibliografia e l’utilizzo sperimentale dei nuovi media e delle nuove tecnologie si tenterà di condurre lo spettatore nei meandri di un’interrogazione che lo investe in prima persona e che invita all’esercizio del dubbio prima di tutto verso se stessi.

 

Programma di lavoro
Prima residenza: 5 – 12 settembre 2019

Studio e ricerca – In questa prima fase di lavoro ci interrogheremo sulle varie forme di inganno: come atto politico, erotico, come strumento di potere, l’inganno come autoconservazione, come atto di ingegno, di tipo egocentrico, come atto militare. Lavoreremo su testimonianze storiche, letterarie e scientifiche che vanno dall’operazione “Bodyguard” utilizzata dagli Alleati durante la seconda guerra mondiale a L’avversario di Carrère, passando per le teorie di Byrne & Whiten, due primatologi scozzesi che hanno introdotto il concetto di intelligenza machiavellica nei primati non umani. Testeremo le potenzialità teatrali dell’inganno, della manipolazione e della distorsione della realtà attraverso i processi di occultamento attivo, condotta fuorviante e controinvestimento presi in prestito all’etologia. Il lavoro sarà in larga parte incentrato sulla raccolta di materiale, anche attraverso interviste e discussioni con la comunità di riferimento, e sulla loro rielaborazione scenica attraverso i meccanismi dell’improvvisazione.
Tutor della prima residenza : Elena Di Gioia

 

Collettivo Inciampo nasce nel 2019 da un caso e da una necessità. Lo sguardo dei suoi componenti si pone per inclinazione naturale nel punto in cui la nuova drammaturgia incontra il linguaggio performativo della scena. Necessità è quella di porsi costantemente l’interrogativo sul senso di ciò su cui si lavora, tenendo sempre l’attenzione puntata alla realtà complessa in cui siamo immersi.
Marzio Badalì, Francesca Di Fazio, Fabiola Fidanza, Luca Gadler e Gianmarco Marabini, cinque singolari individui dalla formazione composita, si incontrano nel 2018 al corso di perfezionamento Dramaturg Internazionale della Scuola di teatro Iolanda Gazzerro di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione. Terminato il percorso di formazione, decidono di creare il collettivo, facendo confluire le loro diverse conoscenze in un laboratorio di idee teatrali e performative.

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Gli uomini sono strade...