PSYCHEDELIC CAVE

Data / Ora
19 Settembre 2025



>> h 18.30
piccolo aperitivo offerto al pubblico
prova aperta al termine della residenza di Mia Habib

a seguire
Il pane quotidiano. Moltiplicazione degli sguardi
Dialoghi ravvicinati con artisti e spettatori a cura di Francesca Giuliani
con la partecipazione di esperti e studiosi in tema di grotte e caverne

*ingresso a contributo libero
info e prenotazioni: info@arboreto.org / 331.9191041

prova aperta inserita all’interno del programma di E’BAL – palcoscenici per la danza contemporanea

Progetto di residenza sviluppato nell’ambito di Italy-Norway Dance Residencies

 

Informazioni importanti per il pubblico
Si consiglia di non portare con sé giacche e borse nel luogo dove si svolgerà lo spettacolo (sarà possibile lasciarle all’ingresso del teatro) e togliere o spegnere eventuali orologi digitali che potrebbero emettere luce.

Triggers
Lo spettacolo si svolge nel buio più totale. Non è adatto a chi soffre di claustrofobia o ha paura del buio.

Accessibilità
Lo spettacolo può essere particolarmente apprezzato dal pubblico con disabilità visive.

 

Psychedelic Cave

coreografia e concept
Mia Habib

in collaborazione con le performer
Natanya Helena Kjølås, Laura Spottag fog, Nina Wollny, Anja Müller

compositrice elettroacustica e sound designer
Giulia Vismara

designer delle tenebre
Ingeborg Olerud

cura della produzione
Frida Skinner

cura della pre-produzione
Ida Frømyr Borgen

archeologo del progetto
Hein Bjerck

fotografa
Ingrid Sommerseth

prodotto da
Mia Habib Productions

co-prodotto da
Dansens Hus (NO), CODA Oslo International Dance Festival (NO), RAS – Regional Arena for Samtidsdans (NO), Rosendal Teater (NO), Norrlandsoperan (SV)

residenze
Agder Teaterlaboratorium, DansiT, Stamsund Teaterfestival, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino | Centro di Residenza Emilia-Romagna (IT), Rosendal Teater (NO), Samvirket, PreForm

sostenuto da
Kulturrådet, PAHN/UD

 

La sfocatura, la scarsa illuminazione, la mia stanchezza, i miei battiti di ciglia – sono ciò che dà vita alle figure, le fa mutare forma su questa tela volatile in cui l’ombra e l’acqua e la roccia e la fatica sono tutti artisti insieme, e per una volta la vecchia nozione di fantasmi sembra nuova e vera in questo spazio.
– Robert Macfarlane, a proposito delle pitture rupestri di Refsvikhula

Psychedelic cave è un’opera di danza e musica interamente al femminile, pensata per uno spazio buio che ha origine da una ricerca sulla grotta come rifugio, spazio di comunità e luogo di rituali magici. Attraverso il movimento, i corpi entrano in un’altra dimensione, nell’Altro Mondo, dove l’oscurità ospita carne e suoni demoniaci. All’interno di un ambiente che richiama l’antro di una grotta, i tabù cessano di esistere e si inscena un rituale che risveglia il demone interiore, liberando il potenziale nascosto dei corpi.

Il punto di partenza di Psychedelic Cave è stato l’incontro con le pitture rupestri preistoriche delle grotte di Solsemhula, Skåren-Monsenhula, Refsvikhula, Chauvet, Lascaux, Niaux, Altamira e Fumane. È qui, nell’oscurità, tra segni, pietra e terra, che l’opera ha trovato il suo linguaggio.

Questo viaggio attraverso le grotte e sul palcoscenico è stato condiviso con le performer Natanya Kjølås, Nina Wollny, Anja Müller e Laura Spottag Fog, con la light designer Ingeborg Olerud e con la compositrice e ricercatrice elettroacustica Giulia Vismara. Durante il processo, l’archeologo Hein Bjerck ha contribuito alla creazione con le sue conoscenze. Lungo il percorso, le artiste hanno incontrato anche altre forme del passato, tra cui il Rombo di Tuv, antico strumento musicale rituale dell’età della pietra, e la Venere di Willendorf.

Queste figure sono fantasmi che danzano tutti insieme, anch’io sono un fantasma, e c’è una convivialità in loro, in noi, nelle migliaia di anni in cui hanno danzato qui insieme.
– Robert Macfarlane, a proposito delle pitture rupestri di Refsvikhula

In un’epoca segnata da disordini globali, guerre e proteste, Habib – insieme alle artiste invitate – continua a esplorare il potenziale del corpo come forza contraria. Il lavoro risale a migliaia di anni fa, alle pitture rupestri, ma arriva fino ai nostri giorni. Attraverso diverse lenti, parla di storie collettive di migrazione, oppressione e culture in via di estinzione.

 

 

Mia Habib è una danzatrice e coreografa di Oslo. Con la sua compagnia Mia Habib Productions, il suo lavoro è stato presentato in oltre 30 paesi. Habib è interessata a lavori che parlano delle preoccupazioni del nostro tempo in spazi diversi, anche non convenzionalmente teatrali. Spazi intesi come corpi, ambienti fisici, contesti, comunità e persone. Il suo lavoro spazia da un’installazione di specchi che tematizza il confine tra Stati Uniti e Messico, a un assolo sulle montagne dell’Iraq, fino a una grande opera corale per 68 persone su un palcoscenico d’opera. Nel 2023 ha realizzato un lavoro su commissione per Dance Well in Italia, presentato al festival B.Motion, lavorando con danzatori affetti dal morbo di Parkinson.
I vari formati si spostano dallo spazio pubblico alle case private, dal palcoscenico alle diverse comunità del mondo. Il suo lavoro tocca spesso il potere dell’incontro e del riunirsi, del cambiamento attraverso l’incontro con gli altri. Entrare insieme nell’ignoto. Parlare attraverso confini invisibili.
Ora Mia Habib apre la porta della grotta. Uno spazio che porta l’oscurità come luogo di incontro e trasformazione.

 

Residenza creativa

10 Settembre 2025 - 20 Settembre 2025

L’arboreto – Teatro Dimora
Mondaino
PSYCHEDELIC CAVE

residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Mia Habib


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